Le Esperidi (in greco infatti Esperidi vuol dire “Figlie della sera”), dall'amabile canto, sono le "Ninfe del Tramonto", figlie del Titano Atlante (fu lì relegato, perché condannato da Giove, dopo la sconfitta della sua stirpe, i Giganti, contro gli Dei Olimpici, a reggere sulle spalle la volta del cielo) ed Esperide, vivevano lontano, a ovest, ai confini dell’Oceano, dove il sole tramonta, nell’estremo occidente, in un’isola dalla quale derivavano il loro nome.
Vivevano oltre i confini della terra abitata, in un luogo di cui i mortali non conoscevano l'ubicazione: da alcuni ipotizzata tra i monti dell' Atlante e l'Oceano ed erano conosciute come le guardiane del Giardino degli Dei, dove crescevano i magici frutti dorati, "Pomi d’oro", dono di nozze di Gaia (la dea Terra) ad Hera (Giunone) quando questa si sposò con Zeus (Giove).
Erano assistite a svolgere la loro funzione da un Drago, Ladone (figlio dei Mostri primordiali Tifone ed Echidna), che era raffigurato come un mostro, avente la coda ed il corpo di un serpente a 100 teste, che non dormiva mai, aveva il compito di non far avvicinare ai pomi divini nessuno, nemmeno le stesse esperidi.
In origine c'era un giardino con al centro un albero magico, carico di pomi d'oro.
Negli anni, dopo diversi studi, si è stati portati a credere che le leggendarie mele d'oro fossero in realtà delle arance, frutti allora sconosciuti in Europa: da ciò deriva il nome dato dai Greci a tutte le specie di agrumi: Hesperidoeide.
Eracle, dopo molto vagare per trovare il giardino delle Esperidi, vi giunge valendosi delle indicazioni di Prometeo, e ricorre ad Atlante il quale coglie i pomi, mentre Eracle sostiene al posto di lui la vòlta celeste. Atlante, per conservarsi libero dal suo gravoso ufficio, vorrebbe anzi portar lui i pomi ad Euristeo, ma Eracle, furbo, prega Atlante di riprendersi il suo peso solo per un momento acciocché egli, Eracle, possa farsi un cuscino che gli allevi alquanto la fatica.
Nel giardino delle Esperidi conquistare i frutti equivale ad assicurarsi l'immortalità.
Gli agrumi sono stati usati come droghe vegetali nelle medicine tradizionali per migliaia di anni.
La loro scorza nella medicina tradizionale cinese, conosciuta come chen pi o ju pi, è un medicinale utilizzato per migliorare la digestione, alleviare ed eliminare il gonfiore intestinale e controllare il catarro. Negli ultimi decenni, un numero crescente di studi epidemiologici e clinici hanno dimostrato che il consumo di agrumi è associato alla riduzione dei rischi di malattie legate allo stile di vita, come tumori, malattie cardiovascolari, osteoporosi, diabete di tipo 2.
Il frutto degli agrumi viene chiamato anche Esperidio e che l’origine del nome deriva dalle Esperidi, le mitiche fanciulle dal canto dolcissimo che la mitologia greca colloca su un’isola dei mari occidentali a custodire i frutti dorati di un albero vigilato da un drago
L'esperidio presenta le seguenti caratteristiche:
NB: I pomi aurei delle Esperidi compaiono pure nel mito di Atalanta, fanciulla velocissima nella corsa che sfidava i suoi pretendenti mettendo sé stessa come premio. Uno di questi corteggiatori era Melanione (o Ippomene) che, chiedendo aiuto ad Afrodite, ricevette dalla dea tre mele d’oro del Giardino delle Esperidi, che a sua volta Eracle le aveva regalato. Mentre si svolgeva la gara, Ippomene lanciò i pomi uno dopo l’altro a terra, così che Atalanta, irresistibilmente attratta, si fermò a raccoglierli perdendo la contesa.
il mito delle Arance